“Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo”.
Mahatma Gandhi
È molto semplice annuire convinti davanti alle innumerevoli frasi sul cambiamento che affollano ogni giorno le bacheche dei nostri social, ma ci hai fatto caso? Quando ci mettiamo alla prova, ci rendiamo conto che dalle parole ai fatti le cose sono diverse, che rendere concreti quegli aforismi è tutt’altro che semplice.
Quanti di noi, infatti, ripensando ai grandi cambiamenti avvenuti nella propria vita, riescono a definirli momenti desiderabili e piacevoli?
La resistenza al cambiamento è normale
Se, infatti, esiste una parte di noi che ci muove verso il cambiamento, ce n’è anche un’altra altrettanto forte che ci spinge nella direzione opposta. In questa eterna lotta tra l’andare e lo stare si gioca la resistenza al cambiamento ma anche la voglia di cambiamento. E, da che mondo è mondo, le lotte sono faticose, lasciano ferite e stanchezza.
Nella retorica, nelle frasi, negli aforismi sul cambiamento ci dimentichiamo sempre di dire, insomma, che cambiare qualcosa nella nostra vita non è solo bello ma è anche difficile e fa paura. E che avere delle resistenze al cambiamento è normale.
Il coraggio di adattarsi al cambiamento
È stata una vicenda personale a farmi comprendere che la vera paura del cambiamento non sta nel prendere quella decisione che, spesso, interpretiamo come la chiave di volta della nostra vita personale e professionale. Quando mi sono trasferita all’estero con la mia famiglia, ho capito che il vero coraggio non consiste nel compiere il primo passo verso il nuovo, quanto nella capacità di accettare quello che accade dopo: nel mio caso, l’ansia dell’adattamento, i “ce la faremo”, la lontananza dei familiari, la mancanza degli amici e la fatica di farsene di nuovi. È stato a quel punto che mi sono resa conto di come bisogna affrontare il cambiamento: guardandolo come il mezzo necessario per essere felici, non il fine a cui tendere.
Gestire il cambiamento conoscendone le diverse fasi
Tutte le volte che facciamo fatica a gestire il cambiamento (creato da noi o richiesto dall’esterno) può essere utile sapere che in noi si attiva un ciclo emotivo ben definito. Si chiama ‘Emotional Cycle of Change’ ed è stato teorizzato dai ricercatori Don Keeley and Daryl Conner sul finire degli anni ’70.
Secondo questo modello, chi si trova a vivere un cambiamento attraversa 5 diverse fasi:
- Ottimismo ingiustificato: in questa fase siamo entusiasti del cambiamento e iniziamo ad immaginare futuro e cambiamento come una cosa sola
- Pessimismo giustificato: il cambiamento inizia ad avvenire e le cose si complicano perché emergono le prime sfide che si portano dietro ansia e paura
- Realismo incoraggiante: qui cerchiamo dati oggettivi organizzando una strategia per proseguire il percorso
- Ottimismo giustificato: in questa fase avremo la sensazione chiara di aver fatto la scelta giusta ad avviare quel processo di cambiamento
- Conclusione: il cambiamento è diventato realtà
Conoscere e riconoscere le diverse fasi può esserci utile nel prendere decisioni, nell’intraprendere nuovi cammini. Ma qual è il cambiamento che ci aspettiamo davvero?
Il cambiamento che meritiamo
Non si può mettere a tacere il desiderio di cambiamento perché siamo fatti così, alla costante ricerca di qualcosa che in questo momento non abbiamo. Ma questo processo può portare alla felicità solo quando siamo disposti a spostare lo sguardo non su quello che sta cambiando ma su quanto di noi è cambiato.
Il cambiamento più interessante, infatti, non è quello che distrugge il passato, ma quello che lo valorizza, lo ritiene indispensabile per la nostra costante spinta ad essere felici, a trovare realizzazione in quello che facciamo.
Spesso pensiamo che per essere felici debba accadere quello che avevamo immaginato. Invece, la vera felicità è scoprire che il punto non è tanto il dove arriviamo ma quello che accade mentre andiamo in quella direzione. Se riusciremo ad andare oltre quello che avevamo immaginato e saremo in grado di guardare quello che è accaduto in noi, ci scopriremo nuovi e capaci di procedere verso il passo successivo.
Cosa c’è fuori dalla zona di comfort?
Si fa desiderare, attrae, fa paura, spaventa. Il cambiamento fa tutto questo ma è anche la condizione migliore per scoprire davvero chi siamo poiché è la fase che muove la nostra crescita. Ed è uno degli spazi in cui da coach preferisco muovermi, quello “spazio di transizione” in cui nulla è certo e tutto è possibile, perché è proprio nel cambiamento, fuori dalla nostra zona di comfort, che nascono le opportunità.
Ti piacerebbe guardare le tue resistenze al cambiamento con occhi diversi e vivere questo momento come un’autentica occasione di crescita? Io sono qui per aiutarti a farlo.